Stefano Boeri ha invitato gli studenti della Stranieri ad essere fautori di cambiamento: "Alla normalità post Covid torneremo solo se lavoreremo per concepirla in modo diverso"

Proseguono gli incontri inaugurali dei nuovi corsi di laurea dell'Ateneo

6 luglio 2020

Molto netta la posizione dell'architetto Stefano Boeri stamane sul dopo Covid nel sua call conference all'Università per Stranieri di Perugia.

Boeri, intervenuto sui temi della sostenibilità architettonica e urbana, sui quali si fonda parte del nuovo corso di laurea triennale dell'Ateneo (“Studi internazionali per la sostenibilità e la sicurezza sociale”), si è infatti espresso in modo molto assertivo in ordine alla ragioni che hanno portato alla pandemia e all'impossibilità, al momento, di tornare ad una vivibilità urbana e sociale sostenibile senza cambiare rotta: "La pandemia reca in sé le ragioni di importanti fallimenti – ha affermato l'architetto milanese -: il primo è quello del cambiamento climatico e del nostro dissennato atteggiamento predatorio nei riguardi dei tutte le forme di vita; il secondo è quello di un modello di sviluppo basato su matrici quantitative; la crescita, infatti, non è sinonimo di sviluppo, né l'urbanizzazione è solo estensione ipertrofica delle città; il terzo è quello legato alle crisi sociali, alle sperequazioni e disuguaglianze di ampie fasce delle popolazioni di molti paesi, le quali sono state le più colpite dalle conseguenze della pandemia".

Tra le proposte che l'urbanista ha poi espresso su sollecitazione dell'intervistatrice Chiara Bscarini in ordine ad una rifondata idea di città vi è quella di una nuova concezione e fruizione degli edifici scolastici, molto numerosi sul territorio nazionale, i quali potrebbero secondo l'architetto divenire luoghi di fruizione di servizi, epicentri di cultura e di formazione a tutto tondo, assorbendo in questo modo funzioni perdutesi altrove.

"Non si tratta più, infatti – ha proseguito Boeri – di fare progetti che soddisfino le esigenze di qualche migliaio di cittadini, ma di acquisire una visione umana, sociale, etica e prospettica della dimensione urbana, la quale non prescinda dall'osmosi tra tutte le sue componenti, né dal rispetto per le altre forma di vità del pianeta".

Sollecitato dalle domande degli studenti, Stefano Boeri si è soffermato infine sul problema della mobilità urbana ed extraurbana, affermando che senza la dismissione dei combustibili di origine fossile le polveri sottili aumenterano, e con esse i possibili, aggravati effetti di malattie polmonari virali, sottolineando inoltre che l'Italia non sarà mai un paese 'compiuto' dal punto di vista della mobilità sino a quando non avrà una rete ferroviaria completa ed efficiente.

Ultimo dato, quello relativo ai trasporti pubblici intraurbani, da tempo scomparsi sotto l'incalzare delle politiche dettate delle company automobilistiche, e oggi indispenabili per evitare il soffocamento globale da CO2. "Buono – ha concuso Boeri – l'esempio del Minimetrò qui a Perugia; buono dare impulso a corsi di studio come quello che partirà alla Stranieri in autunno, per diffondere la cultura e l'operatività del cambiamento".