Musica, più comprensibile se diffusa con ogni mezzo
Si è tenuta nell’Aula Magna di Palazzo Gallenga dell’Università per Stranieri di Perugia la “lectio magistralis” del celebre violinista Uto Ughi dal titolo “I giovani e la musica”. Il protagonista della giornata è stato il maestro che ha affrontato un tema a lui molto caro: il rapporto tra la musica e i giovani. All’incontro, promosso in collaborazione con il progetto “Omaggio all’Umbria”, è intervenuta Laura Musella, ideatrice del progetto musicale e Maria Teresa Severini, assessore alla Cultura del Comune di Perugia.
Ad introdurre la Lezione è stato il rettore, il prof. Giovanni Paciullo che l’ha definita “un’iniziativa di alto profilo culturale”. La musica – ha detto il rettore Giovanni Paciullo – non ha una sintassi di parole mute, ma di parole che devono guidare questi percorsi. Ricordavo prima quanto importanti sono alcune sue annotazioni che accompagnano i suoi concerti e quanto a me e a tanti di noi – ha sottolineato il rettore – sono stati utili in questi percorsi. Oggi spero sia una delle tappe in cui possa continuare questo percorso con lui in queste aule nelle quali le eccellenze della cultura italiana non si sono solo affacciate ma hanno avviato un colloquio. Sarà una lezione sui linguaggi della musica secondo un percorso che ha avuto momenti importanti di approfondimento per il Maestro Ughi come, ad esempio, i colloqui di Camogli con Umberto Eco che hanno appunto approfondito profili importanti sui quali alcuni nostri colleghi riflettono nella nostra università. Abbiamo affrontato – ha aggiunto Paciullo – anche noi la questione di avvicinare i giovani alla cultura, e alla formazione all’interno di questo ateneo e di avvicinarli ad una musica che stimoli sensibilità che li guidi in questo percorso all’interno dell’Italia e delle sue bellezze delle quali non è soltanto sede ma anche elemento di profonda attrazione”.
Il maestro Uto Ughi dopo aver tracciato il suo percorso artistico costellato di curiosi aneddoti ed incontri, da Madre Teresa di Calcutta a Papa Wojtyla fino ai grandi direttori (Barbirolli, Bychkov, Celibidache, Cluytens) ha parlato dell’importanza di acquisire un approccio più approfondito nell’ascolto della “grande” musica: “Mai come oggi – ha asserito il maestro Uto Ughi nel corso della sua lectio – credo sia utile rendere la musica per un musicista più comprensibile con ogni mezzo, anche con le parole, ma anche dare una piccola idea che aiuti l’ascoltatore a comprendere meglio il repertorio musicale. Mi capita spesso di farlo prima di un concerto, di dare dei cenni storici, estetici e spirituali del pezzo che hanno scaturito il capolavoro in programma. Credo sia stimolante anche per il pubblico, perché la musica non è un passatempo passivo che si ascolta senza impegno. La “grande” musica scaturisce da un pensiero, da una riflessione, da una meditazione, dalle sofferenze ed esperienze di una vita e quest’incontro rappresenta l’esempio di un dialogo che porta nuove idee, nuove energie ed ispirazioni”.