
L’emigrazione nella letteratura italiana: Giovanni Pascoli e Rocco Scotellaro
L’emigrazione nella letteratura italiana con particolare riferimento alla produzione letteraria di Giovanni Pascoli e di Rocco Scotellaro, autori che coniugando l’attività letteraria all’attività politica hanno visto nel socialismo un mezzo per arginare le ingiustizie sociali. Se all’emigrazione italiana «è mancato un Verga, è mancato cioè il grande romanzo o anche solamente un filone narrativo che fosse il corrispettivo adeguato del fenomeno» un documento fondante della letteratura dell’emigrazione è Italy di Giovanni Pascoli in cui la celebrazione della “casa”, del “nido”, l’auspicio del richiamo degli emigranti da parte della madrepatria Italia «in una sfolgorante alba che viene» è l’anticipazione della presa di coscienza dei contadini meridionali a cui Scotellaro restituisce dignità: « È fatto giorno, siamo entrati in giuoco anche noi / con le facce e i panni che avevamo » diventando il cantore non solo della Lucania ma delle “Lucanie del mondo”, delle periferie di tutte le latitudini in cui la miseria e la fame spingono migliaia di persone ogni anno ad emigrare.
Pubblicazione:
Rivista Letteraria Mosaico, giugno 2017, n.161: Ma se c’è vento che turbinìo! L’impegno, la rabbia, la malinconia. La poesia di Rocco Scotellaro.
Convegno:
Sicignano degli Alburni 23-11-2013: 1935: Rocco Scotellaro a Sicignano degli Alburni.
Giornata di studi:
HCTI (Brest / LAMO) Università di Nantes: L’animal romantique, 11-06-2021. Presentazione dell’opera di Dante Alighieri ‘A vita nova tradotta in napoletano da Carlo Avvisati, Castello Giusso del Galdo, Sicignano degli Alburni, 4-08- 2021.