Al via domani il convegno internazionale su: “l’italiano fuori d’Italia oggi: uno sguardo sulle varietà del repertorio degli emigrati”

L’evento scientifico, che potrà essere seguito anche in diretta streaming, è in programma domani e mercoledì nell’aula magna di Palazzo Gallenga

14 novembre 2022

L’Italia è da sempre luogo d’incontro di popoli e ambito di scambi commerciali e culturali, terra di percorsi migratori plurali e stratificati, piattaforma di migrazione e di esodo.

Per fare il punto “linguistico” sui flussi di popolazioni che hanno attraversato l’Italia o che vi hanno vissuto, l’Università per Stranieri di Perugia organizza da domani a mercoledì un convegno internazionale in cui si cercherà di promuovere un aggiornamento della mappa linguistica relativa alle migrazioni nel nostro paese ed inoltre di documentare la fisionomia dell'italiano odierno fuori d'Italia. Ciò attraverso un nutrito programma di contributi di taglio sia teorico che empirico, connotati da approcci e prospettive diverse. I lavori si concentreranno in particolare sui “nuovi” italiani e sui nostri emigranti, ovvero su coloro che anche in tempi recenti hanno lasciato l’Italia e che risiedono all’estero.

L’assunto scientifico da cui il convegno prende le mosse è che l’emigrazione dall’Italia è un dato endemico, costitutivo dell’impalcatura nazionale e presente da prima dell’Unità: negli ultimi 16 anni, ad esempio, gli italiani che sono andati a risiedere oltre confine sono aumentati dell’82%, a fronte di una popolazione autoctona che invece sta sprofondando in un lungo e gelido inverno demografico. Protagonisti di questa nuova stagione migratoria sono sia giovani (nella fascia di età fra i 20 e i 34 anni), che nuclei familiari con minori, e anche persone mature (tra i 50 e i 65 anni). Rispetto al passato, inoltre, le differenze di genere si sono attenuate e sono molte le donne che partono per realizzarsi personalmente e professionalmente. Ma espatriano anche i “nuovi” italiani, ovvero i cittadini di origine straniera divenuti italiani grazie allo ius sanguinis o alla lunga residenza in Italia: sono infatti circa 79mila i nuovi italiani che tra il 2012 e il 2019 hanno trasferito la loro residenza all’estero, soprattutto albanesi, macedoni, kosovari, bangladesi, indiani e pakistani.

“Sulla base di questi e di altri dati il convegno – spiega la docente unistrapg Francesca Malagnini, che insieme a Roberta Ferroni ha organizzato l’evento - intende riflettere sulle dinamiche linguistiche in uso nelle comunità italiane nel mondo; documentare le varietà degli italiani e dei “nuovi” italiani che risiedono all’estero; analizzare i rapporti di contatto fra le lingue d'origine e quella del paese ospitante; indagare l'identità sociale e culturale degli emigrati italiani e dei nuovi italiani che vivono fuori dai confini nazionali; prospettare nuove politiche linguistiche”.