Presentazione del laboratorio teatrale interculturale Human Beings

scena di una rappresentazione teatrale: un uomo e una donna
Monday, October 29, 2018 - 18:15
Sala Goldoni di Palazzo Gallenga

Nel corso dell'incontro saranno mostrate e proiettate le belle foto fatte dal fotografo Thomas Clocchiatti degli spettacoli creati dal 1994 a oggi e saranno raccolte le iscrizioni.

In 24 anni di attività si sono iscritte a questo atelier teatrale assolutamente originale migliaia di persone: si tratta di italiani e stranieri di ogni dove, giovani e meno giovani, con esperienze di vita e culture diverse, cui questo luogo ha offerto l'opportunità di incontrarsi e conoscersi attraverso la pratica teatrale.

I diversi punti di vista che si incrociano nel laboratorio, non solo ampliano e arricchiscono l'orizzonte umano e culturale di ciascuno, ma sono pure una costante e precisa indicazione nel fare teatro.

Human Beings vive delle relazioni umane che si creano nel gioco delle improvvisazioni e su cui tenta d'indagare: un gioco per scoprire e mettere a nudo i rapporti tra esseri umani, nella loro banalità e complessità, per dare corpo alle fantasie e alle emozioni, con leggerezza e ironia.

La verità umana non è quella dell’assoluto, bensì quella della relazione. Ogni identità esiste nella relazione; è solo nel rapporto con l’altro che cresco, cambiando senza snaturarmi. Ogni storia rinvia ad un’altra e sfocia in un’altra.

Edouard Glissant

Il laboratorio è aperto a tutti e gratuito, grazie al sostegno della Regione Umbria, del Comune di Perugia e dell'Università per Stranieri.

 Per informazioni:
Associazione culturale Smascherati!
smascherati@humanbeings.it
Tel 349.8618557
www.humanbeings.it - su facebook: “Human Beings”


Il teatro è sede di un’espressione più autentica e libera della quotidiana rappresentazione sociale, il teatro è laboratorio di una ricerca di forme ma soprattutto di relazioni, il teatro è un’isola galleggiante continuamente itinerante fra le rive della realtà e il mare dell’utopia. Human Beings si rivolge ed è abitato in prevalenza da stranieri, ma non lo fa per vendere socializzazione ma per acquistare differenze. Tante differenze da poter abbracciare l’umanità che è inscritta nel titolo: non certo per rappresentarla ma al contrario per essere certi di non smettere mai di interrogarla.

Piergiorgio Giacchè

Human Beings è un laboratorio in cui persone di tutto il mondo possono incontrarsi, esprimere se stessi e conoscere gli altri attraverso la pratica del teatro. Partendo ciascuno dalla propria storia (esperienze, lingua, cultura), ci proponiamo di ricercare insieme tutto ciò che ci accomuna, che ci rende simili gli uni agli altri, che ci fa essere “umani”, human beings.

Essere “umani", cioè cercare la radice dell'umano in un’esperienza che ci può far riconoscere gli uni con gli altri al di là di ciò che ci separa e differenzia, o meglio, al di qua:

fondamentalmente la testa è sempre sopra le spalle, e il naso, gli occhi, la bocca, lo stomaco, i piedi si trovano nello stesso posto

P. Brook

e rovesciare così il luogo comune che banalizza la diversità riducendola a motivo di valutazione, discriminazione, cancellazione (in un modo o nell'altro).

Una pratica del teatro come spazio dell'incontro e dello scambio tra “migranti” può rovesciare quel luogo comune, riconoscendo nella diversità una ricchezza che non possiamo permetterci di sperperare, né dal punto di vista del nostro umano bisogno di comunicazione, né da quello delle possibilità espressive e creative che il teatro offre; che poi, per chi fa teatro, sono quasi la stessa cosa. Ancora Peter Brook:

... ognuno di noi è soltanto una parte dell'uomo completo... Ogni cultura esprime una diversa pagina dell'atlante interiore, ma la verità umana completa è globale, e il teatro è il luogo in cui il puzzle si può ricomporre.

Il laboratorio Human Beings si offre quale luogo di reale (auto-)educazione interculturale; la pratica del teatro è utilizzata come mezzo sia di conoscenza che di espressione creativa e comunicativa. Il teatro, infatti, nella sua molteplicità di linguaggi e possibilità espressive, consente uno scambio ricco e significativo di esperienze umane e culturali; e ciò ancor più quando si realizza tra persone di culture tra loro distanti e diverse e attraverso il metodo dell'improvvisazione e dell'auto-narrazione.

Il passaggio dall'esperienza individuale autobiografica, propria dell’improvvisazione, ad una dimensione pubblica (teatrale), segna pure il passaggio da un storia personale ad un vissuto collettivo storico e sociale, che solo può nascere dal confronto (incontro/scontro) con altre individualità, “storie” e culture diverse. Premessa indispensabile perché possa attuarsi tale ricerca e apertura è che le persone si trovino a proprio agio, in una condizione “protetta” ed educata all'ascolto. Proprio questa protezione ha reso possibile il percorso che ha portato alcuni Rifugiati e Richiedenti asilo ad aprirsi, a condividere con gli altri le loro proprie storie e a trovare il modo per raccontare le loro esperienze di vita (guerre, persecuzioni, fughe, esilio), rivivendole infine a teatro.

Vivere significa errare da un’isola all’altra, ognuna delle quali diventa un po’ la nostra patria. La verità umana non è quella dell’assoluto, bensì quella della relazione. Ogni identità esiste nella relazione; è solo nel rapporto con l’altro che cresco, cambiando senza snaturarmi. Ogni storia rinvia ad un’altra e sfocia in un’altra.

Édouard Glissant

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