Molto partecipato, ricco di spunti e prospettive di approfondimento si è rivelato il Seminario organizzato dal Presidente del Corso di Laurea Made in Italy, Cibo e Ospitalità (MICO), Giovanni Capecchi, coadiuvato da Paolo Guidi (Università dei Sapori Perugia).
L’evento, cui hanno assistito gli studenti del Mico e dell’Istituto alberghiero di Terni, oltre ad un pubblico ‘telematico’ di più tipologie di stakerholders, si è articolato in giro di tavolo di studiosi, addetti ai lavori e imprenditori, che hanno offerto, ognuno da angolazioni diverse, contributi al tema di una ripartenza locale e nazionale fondata su criteri nuovi.
Franco Cotana (Università degli Studi di Perugia), primo ad intervenire, ha posto l’accento sull’esigenza di considerare la multidisciplinarità quale chiave per aprire una via per il futuro. Secondo il docente dello studium perugino, infatti, il territorio possiede un mix di eccellenze che, ‘declinate’ con la tipicità e l’esclusività dei borghi Umbri (e con le esperienze che vi si possono vivere), può fare la differenza, a patto che si progetti e implementi la tecnologia per sviluppare un’economia circolare che metta tutto in raccordo operativo e viertuale.
La parola è passata poi a Carmelo Troccoli (Direttore nazionale Fondazione Campagna Amica), il quale ha ricordato in primis al pubblico la necessità di sviluppare un’effettiva visione del futuro, partendo dalla storia e da quanto fatto di buono sinora dalla gente del territorio sul territorio. Ciò, tenendo bene a mente che mettere in pratica la valorizzazione delle tipicità e dei prodotti enogastronomici locali resta un dato ancora molto da ingegnerizzare. Ed in questo senso punta il dito sulla necessità di creare un unico mercato agroalimentare che raccolga eccellenze e tipicità di tutto il territorio.
È intervenuta a seguire Flaminia ventura (Università degli Studi di Perugia, soffermandosi in modo particolare sui concetti di sicurezza e sostenibilità, e sullo sviluppo dell’e-commerce, sottolineando al riguardo l’importanza delle certificazioni di qualità, specie in ragione della rinata consapevolezza e sensibilità dei consumatori sulla sostenibilità ambientale. Ha citato poi l’importanza del dello smart working, anche e soprattutto come strumento per valorizzare e far rinascere i piccoli borghi, ove molti potrebbero (e vorrebbero) mediante tale modalità di lavoro tornare a vivere.
Per AIDDA è intervenuta successivamente Francesca Romana Cassano, testimoniando come l’organismo cui appartiene (Associazione Italiana Donne Imprenditrici e Dirigenti d’Azienza) creda molto nella Laurea MICO e nella sua innovatività, tanto da aver finanziato alcune borse di studio per gli studenti di questo corso.
Secondo Albano Agabiti (Presidente Coldiretti Regionale), penultimo ad intervenire, la pandemia è stata anche acceleratore di cambiamento di stili di vita, di modalità di fruizione dei consumi e di uso della tecnologia; e ciò è valso in primis per i produttori agricoli del territorio, i quali oggi consegnano a domicilio i loro prodotti non solo nell’ambito del raggio regionale ma anche in molta parte del centro Italia. Fattore critico da registrare per Agabiti è quello dell’inerzia degli istituti bancari, sinora poco sensibili nei riguardi delle aziende colpite dalla crisi covid.
Case history di notevole interesse è stato infine quello della “Fiore di Puglia”, azienda produttrice ed esportatrice su scala internazionale di taralli e snack. Antonio Fiore, amministratore delegato dell’impresa, ha illustrato a tutte le persone in collegamento le caratteristiche innovative dell’azienda, che ‘sforna’ prodotti kosher e halal certificati, ha un ciclo di snack bilanciati, uno con ingredienti bilanciati di alta qualità, insieme a molte altre diversificate produzioni. Il tutto secondo standard qualitativi certificati.
"Il segreto di un successo tanto inaspettato al Sud quanto solido? - ha concluso Antonio Fiore interpellato dagli studenti – Trasformare i sogni in progetti. E gli ingredienti magici per riuscirvi sono passione e pervicacia"