Dopo la conferenza stampa del 28 gennaio scorso, la Rettrice fa il punto

A seguito della conferenza stampa tenuta da me e dal Direttore Generale lo scorso 28 gennaio desidero fare alcune precisazioni in ordine alle ragioni che hanno motivato questo pubblico atto di comunicazione a stampa e media.
A più riprese sono recentemente apparsi su quotidiani locali e nazionali articoli riguardanti l’Università per Stranieri di Perugia che risultano nell’insieme fuorvianti rispetto a quanto è successo e succede invece nella realtà, con una narrazione confusa, storicamente distorta e colpevolmente omissiva dei fatti e delle responsabilità delle persone ai vertici della governance dell’Ateneo fino al 2018, prima del mio insediamento come Rettrice, nel novembre 2018, e di quello dell’attuale Direttore Generale, nel marzo del 2019.
Ciò mi vedrà costretta a tutelare l’immagine dell’Ateneo che rappresento nelle competenti sedi di giustizia. Ritengo infatti mio dovere primario contribuire al ristabilimento della verità dei fatti, onorando la tradizione e la storia centenaria dell’Ateneo che ha molto e onorevolmente contribuito, nei suoi quasi cento anni di storia, alla promozione della cultura e della lingua italiana nel mondo, oltre che alla crescita e allo sviluppo del territorio dell’Umbria.

QUANTO AGLI AMMANCHI RELATIVI AI CORSI MARCO POLO TURANDOT E ALLE AZIONI INTRAPRESE DALL’ATTUALE GOVERNANCE

Contrariamente a quanto è stato scritto non vi è stata alcuna contestazione mossa all’Ateneo per danno erariale da parte del precedente Collegio dei Revisori dei Conti interno alla Stranieri ed è stata, invece l’attuale governance a far emergere nei primi mesi del 2019 la vicenda interamente ascrivibile a irregolarità commesse negli anni precedenti al mio insediamento come Rettrice. Mi sono infatti insediata nel mese di novembre 2018 e il Dott. Simone Olivieri, attuale Direttore Generale, nel marzo 2019 (subentrando al precedente Direttore Generale dimessosi anticipatamente).
Nel marzo 2019, in fase di elaborazione del Bilancio consuntivo 2018, abbiamo rilevato entrate per tasse d’iscrizione inferiori al 2017 a fronte del pressoché identico numero di studenti Marco Polo Turandot.
A ciò ha fatto seguito quindi, un audit interno, che ha coinvolto numerose strutture e ha fatto emergere una situazione amministrativa grave e pesantemente confusa, che rendeva impossibile collegare pagamenti a studenti, stante la presenza di pagamenti cumulativi provenienti da soggetti cinesi non identificabili.
Durante un confronto con un referente locale di una Agenzia cinese operante da tempo con l’Ateneo è emersa l’esistenza di due convenzioni, risalenti al 2015 e recanti la firma del responsabile delle Relazioni Internazionali (firma non autorizzata e peraltro da quest’ultimo disconosciuta) delle quali la precedente governance d’Ateneo non si era nemmeno accorta, contenenti scontistiche eccezionalmente elevate (37%, 39%). Di qui, l’emersione di cospicui crediti per l’Ateneo fino ad allora totalmente ignorati.
Già nel mese di aprile 2019, con il supporto dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato, insieme al Dott. Olivieri, con un esposto, abbiamo resa edotta della situazione emersa sia la Procura della Repubblica che la Procura della Corte dei Conti, cui ha fatto seguito, nel novembre 2019, un corposo dossier che ricostruisce l’intera vicenda sul piano amministrativo - contabile.
Le indagini, a quanto ci risulta, sono in corso.
Va precisato, poi, che la grave situazione di squilibrio tra numero degli studenti iscritti ed entrate è stata prontamente segnalata dal Direttore Generale, Dott. Olivieri, al Collegio dei Revisori dei Conti, che è rimasto in carica, nella sua integrale composizione, per tutto il quinquennio di riferimento e il cui mandato (in regime di prorogatio) è scaduto il 20/08/2019.
Tuttavia non risulta che il Collegio dei Revisori abbia segnalato alcunché alla Corte dei Conti. Comunque, allo scadere del mandato, a decorrere dal mese di settembre 2019, è stato ricostituito il Collegio dei Revisori dei Conti per il triennio 2019-2022 alla cui presidenza l’Ateneo ha nominato il Dott. Salvatore Sfrecola, già Magistrato presso la Corte dei Conti (D.R. n. 280 del 16/09/2019).
Quanto ai crediti emersi, nel bilancio sono stati legittimamente iscritti considerandoli però di difficile riscossione, nonostante l’Ateneo si sia già impegnato in ogni modo e continuerà ad impegnarsi per il loro recupero, e prudenzialmente svalutati al 100% come era doveroso fare.
Sono stati comunque già costituiti in mora dall’Ateneo i soggetti coinvolti e sono iniziate verifiche per il recupero degli importi mancanti direttamente nei confronti degli studenti cinesi.
Tali complesse scelte sono state sempre condivise con l’Avvocatura Distrettuale dello Stato, che si ringrazia fin da ora per il costante supporto.
Alla luce dei fatti emersi sono state inoltre intraprese azioni disciplinari nei confronti di dipendenti ed ex dipendenti coinvolti a vario titolo nelle sopradescritte vicende.

L’Ateneo ha dunque fatto tutto quanto era in suo potere per fare chiarezza sulla vicenda, evidenziando irregolarità amministrative e contabili sin dal 2014 e terminate nel 2018, per una situazione creditizia ammontante a € 3.190.541,07 e segnalando senza indugio tale situazione alla giustizia penale e contabile.
In ogni caso, per ovvie ragioni temporali, i gravi fatti emersi non possono in alcun modo essere attribuite all’attuale governance.

QUANTO ALL’ASSERITO ESODO DI STUDENTI CINESI VERSO SIENA

Nulla c’entra quanto sopra con un supposto esodo degli studenti cinesi a Siena, evocato in modo improprio e strumentale dalla stampa.
Il calo delle iscrizioni ai Corsi Marco Polo Turandot (mai arrivate a mille negli ultimi cinque anni) è pesantemente iniziato a partire dal 2015 ed è continuato costantemente negli anni successivi.
Nel 2019/2020, nonostante la difficile situazione causata dalle circostanze sopra descritte, gli iscritti cinesi ai corsi Marco Polo Turandot sono sostanzialmente equivalenti a quelli dell’anno precedente, e ciò grazie all’attività di risanamento e promozione svolta dalla attuale gestione.
Il calo degli iscritti ai Corsi di Laurea e Laurea Magistrale è, invece, iniziato gradualmente ma costantemente già dal 2010.
A fronte di una situazione di stallo il Piano Strategico 2019-2021, in linea con il mio programma elettorale, ha posto fra i propri obiettivi principali la rivisitazione dell’offerta formativa per i corsi di laurea e di laurea magistrale.
Pertanto, molto si è lavorato in tal senso nel corso del 2019, puntando l’attenzione sulle lauree triennali, con l’obiettivo di incrementarne il numero delle immatricolazioni.
La proposta di riforma, che sta ultimando il proprio iter procedurale, ha riguardato la rivisitazione del corso di laurea triennale LICI (Lingua e cultura italiana) che a partire dall’Anno Accademico 2020/2021 sarà strutturato come Digital Humanities per l’Italiano.
Contestualmente, il gruppo di lavoro, istituito allo scopo, ha proposto un nuovo corso di laurea triennale denominato Studi internazionali per la sostenibilità e la sicurezza sociale, che - completato l’iter di accreditamento -, ci auguriamo possa essere attivato a partire dall’Anno Accademico 2020/2021.
Tutto l’Ateneo è impegnato in uno sforzo collegiale di rilancio e riqualificazione dell’offerta formativa, e di ciò ne va dato merito ai delegati, ai colleghi tutti del Dipartimento, alle strutture amministrative coinvolte.
L’Università per Stranieri di Perugia è oggi un Ateneo sano, giovane, dalle grandi potenzialità e dalle ottime competenze.
É mio dovere e mia profonda convinzione, dunque, respingere con forza il modo approssimativo e screditante con cui l’Università per Stranieri di Perugia e tutta la sua comunità sono state rappresentate recentemente dalla stampa e dai media, con grave danno per l’Ateneo stesso, per la città di Perugia e l’intero territorio dell’Umbria.

QUANTO AI QUATTRO BANDI PER PROFESSORI ORDINARI

Il programma di rilancio e riqualificazione dell’Ateneo e della sua offerta formativa è strettamente legato all’esigenza dell’incremento del numero dei professori di prima fascia, tenendo conto che fra il 2021 e il 2025 ben cinque professori ordinari, sui nove attuali, andranno in quiescenza; di qui l’esigenza specifica dei quattro bandi emessi.
Tale scelta peraltro ha riguardato settori di base e caratterizzanti la nuova offerta formativa dell’Ateneo.
Vale la pena di sottolineare, inoltre, che si è trattato di concorsi banditi ex art. 18, comma 1 della L. n. 240/2010 (e non di chiamate dirette o concorsi riservati, come si è cercato di far credere), aperti a studiosi italiani e stranieri.

QUANTO AL BILANCIO E ALL’ASSERITA NECESSITÀ DI VENDERE GLI IMMMOBILI

L’Ateneo ha un bilancio solido e non ha alcuna necessità - peraltro mai ipotizzata - di vendere beni immobili.
La previsione di utilizzo di risorse accantonate in bilancio per il 2020 - così come accade nei bilanci previsionali di molti Atenei - è destinata a diminuire o ad azzerarsi in fase di consuntivo, come d’altronde costantemente verificatosi negli esercizi precedenti.
Pertanto le notizie diffuse al riguardo sono false e volte unicamente a procurare allarmismi dannosi per l’Ateneo ma anche per la città di Perugia e per l’intera regione.

QUANTO ALLE DIMISSIONI DI UN MEMBRO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Si è scritto di un docente che si sarebbe dimesso dal Consiglio d’Amministrazione in polemica con le scelte della leadership. Trattasi del prof. Enrico Terrinoni, il quale, per non ingenerare equivoci e strumentalizzazioni, ha espressamente fatto sapere che quanto riportato dalla stampa ha a che fare con "congetture inesatte" e che "le dimissioni non sono dovute a conflitti interni all’Ateneo ma esclusivamente agli innumerevoli impegni scientifici in Italia e all’estero, impegni – afferma Terrinoni - che non mi consentono di assicurare una presenza assidua alle sedute del consiglio di amministrazione dell’Università per Stranieri di Perugia."(rettifica del 10 dicembre 2019 al quotidiano online "PerugiaToday").
Si precisa comunque che con il collega, prof. Terrinoni, vi sono sempre stati rapporti di reciproca stima e correttezza.

QUANTO AI CONTROLLI DELLA GUARDIA DI FINANZA SUI DIPENDENTI

I controlli della Guardia di Finanza sui dipendenti sono controlli a campione richiesti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per contrastare il fenomeno dell’assenteismo, i cosiddetti “furbetti del cartellino”.
Tali controlli, nello specifico, non hanno portato ad alcuna contestazione.
Relativamente a tale programmata attività di verifica maldestramente indicata come “indagine per assenteismo” possiamo solo confermare che questa ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, la consolidata diligenza del personale tecnico amministrativo dell’Università.

La Rettrice
Giuliana Grego Bolli